E' POSSIBILE che gli italiani non abbiano ancora compreso appieno l'importanza dell'inglese?
L'inglese è l'unica lingua globale.
Circa una persona su quattro nel mondo riesce oggi ad esprimersi in
lingua inglese e da qui al 2020 la proporzione potrebbe diventare 1 su
3.
La competenza in lingua inglese è
direttamente correlata al potenziale di guadagno economico e alla
qualità della vita di una persona, alle capacità di gestire un business
di successo e di competere nei mercati internazionali.
Molti studi hanno dimostrato che c'è una
correlazione diretta tra la conoscenza dell'inglese della popolazione e
la performance economica del paese preso in oggetto. L'English Proficiency Index ad esempio indica che nei 63 Paesi analizzati una crescita delle competenze
dell'inglese consente una crescita del reddito pro capite.
Anche la qualità della vita,
l'educazione, le aspettative di vita, e il tasso di alfabetizzazione
traggono beneficio da una sviluppata conoscenza dell'inglese.
Non è un caso che dove l'inglese è più
diffuso tra la popolazione anche lo sviluppo economico e sociale
aumenta. Le nazioni del nord Europa, in testa per la conoscenza diffusa
dell'inglese, sono anche ai primi posti nell'Indice dello Sviluppo Umano redatto dalle Nazioni Unite che misura il grado di sviluppo economico (e quindi non solo la crescita economica) degli Stati.
L'Italia, rispetto ai Paesi europei,
registra risultati migliori della Francia ma ben peggiori rispetto a
Paesi che percepiamo da sempre come un passo indietro al nostro:
Portogallo, Spagna, o Slovenia.
Gli under 35 registrano risultati
notevolmente migliori rispetto agli over 35 e ciò è in buona parte
dovuto agli investimenti privati. Le famiglie infatti hanno capito
l'importanza dell'inglese per i propri figli, mentre le scuole non
riescono a rispondere a questo bisogno crescente richiesto dalla società
a causa di limiti di budget, docenti che non parlano inglese o percorsi
formativi datati.
Ora, il nostro Paese vive un piccolo
quanto significativo paradosso: da qualche anno la politica sceglie e fa
propri termini in lingua inglese partendo dalla presunzione che
l'italiano media possa comprenderli: "welfare state", "jobs act",
"spending review" per citarne alcuni. Sarebbe opportuno che le
istituzioni, ad ogni livello, si concentrassero più sulla sostanza e
comprendessero l'importanza, per il futuro dell'economia italiana, di
poter contare su cittadini che parlano inglese.
Reference
http://hdr.undp.org/sites/default/files/hdr2013_summary_italian.pdf
http://www.economist.com/blogs/johnson/2011/04/english
http://www.todayscience.org/JEF/v1-1/JEF.2291-4951.2013.0101003.pdf
Articolo pubblicato sulla rubrica Going Global di International Business Times
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