giovedì 2 luglio 2015

GREXIT: Trattative, referendum e scenario politico-economico















IN ATTESA di conoscere domenica l’esito di una consultazione referendaria che probabilmente segnerà il destino economico e politico della Grecia e dell’intera Unione Europea, proviamo a ricostruire sinteticamente alcuni dei passaggi e dei dati fondamentali dell’improvvisa escalation iniziata il 27 giugno scorso.

La Grecia non rispetta la scadenza del prestito FMI

A seguito della fallimentare riunione del Consiglio Europeo del 27 giugno il Governo greco decide di declinare la proposta di UE, FMI e BCE e indire sulla stessa un referendum in programma domenica 5 luglio. Atene inoltre non onora 1,55 miliardi di euro dovuti al FMI il 30 giugno come parte del programma di aiuti finanziari da 21,2 miliardi di euro.

Riprende il dialogo ma non le trattative

Il 30 giugno la Commissione Europea invia ad al Governo greco una nuova proposta, alla quale Atene risponde il giorno successivo rilanciando con una contro-proposta. I temi del contendere: aliquote IVA, età pensionabile, spese del bilancio militare e tassazione di imprese e fasce più alte.

L’Unione Europea e l’Eurogruppo, trainati da Berlino, decidono a questo punto di non proseguire con le trattative fino al voto referendario.

Anche FMI e BCE si adeguano mostrando una posizione attendista. L’istituto di Francoforte sottolinea che “opererà in stretta collaborazione con la Bank of Greece per preservare la stabilità finanziaria” ma che manterrà invariato “il livello massimo stabilito per l’erogazione di liquidità di emergenza (Emergency liquidity assistance, ELA) alle banche greche”.

La (es)posizione dell’Italia

Secondo il Ministero dell’Economia l’Italia è esposta direttamente nei confronti della Grecia per un totale di 35,9 miliardi di euro, suddivisi in 10,2 miliardi di prestiti bilaterali e di 25,7 miliardi di contributi versati dal nostro Paese al fondo salva-stati.

La posizione dell’Italia la esplicita in maniera chiara il Primo Ministro Renzi in una intervista concessa al Sole24Ore del 30 giugno: “Nel merito l’Italia ha tentato fino all’ultimo di riportare buon senso e ragionevolezza, contribuendo all’ultima proposta della Commissione, quella più favorevole alla Grecia. Il no di Alexis e dei suoi mi è sembrato inutilmente ostinato”.

Un’economia al collasso

Stando ai dati Eurostat e OCSE il debito greco sfiora il 180% del Pil, la disoccupazione supera il 26%, il Pil è sceso di quasi il 5 punti percentuali all’anno negli ultimi 5 anni, la spesa media delle famiglie è scesa di un quarto mentre gli investimenti si sono ridotti del 9% dal 2010 a oggi.

Articolo precedentemente pubblicato su Geopolitica.info