lunedì 15 agosto 2016

Dal “Merkozy” al rapporto Merkel-Hollande: cosa resta di un "polveroso" asse Parigi-Berlino













DA SEMPRE considerato il motore dell'Europa, negli ultimi quattro anni l'asse Parigi-Berlino ha perduto l'aspetto strategico che lo caratterizzava. Se prima il buon esito del partenariato diventava funzionale al perseguimento degli interessi nazionali, la distanza in termini politici ed economici emersa durante il rapporto Merkel-Hollande espone il partenariato a sole logiche nazionali. L'equilibrio politico-economico che aveva retto fino alla presidenza Sarkozy è venuto meno. 

Ora, una Germania troppo forte sotto il profilo politico ed una Francia troppo debole a livello economico considerano le relazioni bilaterali come fini a se stesse, minando in questo modo la stabilità europea. Il risultato è ben evidente: la messa in secondo piano del progetto europeo, la cristallizzazione dell'Europa a due velocità, la crisi dei rifugiati e la mancanza di una politica di vicinato.  

Il senso di un partenariato unico

Le relazioni franco-tedesche sono la forza motrice dell'Unione Europea. I due Paesi pesano insieme per oltre un terzo della popolazione UE, il 36% del suo budget e il 37% del suo Pil. Il grado di interdipendenza economica raggiunta li rende mutuamente indispensabili. Entrambi primi partner commerciali, nel 2014 l'interscambio bilaterale superava i 169 miliardi di euro (erano 156 nel 2011). Per intendersi, l'economia ungherese nel suo insieme produce un Pil inferiore (137 mld €). 

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Fonte: 

Rivista di Politica 2/2016: Il malessere della Francia tra politica, storia e memoria