sabato 10 ottobre 2015

Germania Nummer Eins: lezione geopolitica per l'Italia

Angela Merkel/Bundsregierung















PUBBLICO parte della prefazione scritta da Paolo Savona per il mio ultimo libro Nummer Eins: la Germania spiegata agli italiani. Savona è Professore emerito di Politica economica e cultore di Geopolitica economica.

Schibotto si prefigge un duplice obiettivo: pervenire a una spiegazione complessiva della strategia vincente della Germania, dato che si dispone solo di numerose ricerche su singoli aspetti della stessa, e tentare di trarre da questa analisi un insegnamento utile per un miglior funzionamento del sistema Italia.

Le risposte che l’autore fornisce ai due quesiti, corredandole con un’ampia dotazione statistica, si basano sulle diversità di approccio geopolitico economico dell’azione dei due paesi: proiettato all’esterno e basato sulla forza economica quello tedesco e proiettato all’interno e pregno di ideologie politiche quello italiano. La frase di chiusura del lavoro è rappresentativa di quello che ritengo essere la parte nuova degli studi di geopolitica economica:

«Agli inizi del XXI secolo la Germania “potenza civile” ha conquistato de facto l'Europa pur senza impiegare un solo soldato».

L’Autore di questo studio sulla Germania Nummer Eins ricorda che al momento dell’unificazione con la Germania Est, caduta sotto dominio sovietico dopo la sconfitta bellica, la politica seguita dal Governo tedesco occidentale fu oggetto di critiche per le restrizioni monetarie, le rigidità del mercato del lavoro e un welfare troppo generoso che le avevano valso l’accusa di essere il “malato d’Europa”.

Lo shock dell’unificazione fronteggiato da una politica di larghezza finanziaria pubblica e di più stretta collaborazione con il mondo del lavoro, questa favorita dal mantenimento di una efficiente rete di welfare, e la nascita dell’euro la cui azione era vincolata per volontà dei tedeschi sul piano sia monetario che fiscale, ha rovesciato questa situazione, elevando la Germania unita sul piano geopolitico, non solo europeo.

I principi su cui si fonda questo successo sono sintetizzati dall’Autore nel termine Ordnung, che egli traduce in «senso del dovere; organizzazione; spirito collaborativo; cultura d'impresa; sistema elettorale e ruolo dei partiti; policentrismo» applicati al raggiungimento di quattro obiettivi di geopolitica e geopolitica economica: «mantenimento dell'economia sociale di mercato; salvaguardia della base industriale; valorizzazione della ricerca e dell'innovazione [e più oltre aggiunge «l'eccellenza scolastica e la formazione professionale»]; promozione della reputazione internazionale del Paese e contestuale ricerca di nuove opportunità economico-commerciali».

Taluni auspicano che il nostro Paese segua il modello economico tedesco, e vi sono regioni che già lo approssimano, come il Veneto e la Lombardia. Negli ultimi due anni, infatti, il surplus della nostra bilancia corrente estera in presenza di una disoccupazione crescente e un welfare in via di indebolimento, dimostra l’analogia dei modelli perseguiti, ma Schibotto esclude che questa possa essere la via della ripresa italiana perché «il sistema valoriale tedesco di stampo ordoliberale è in sostanza non replicabile per l’Italia».

Tratta questa conclusione, l’Autore fornisce una spiegazione delle diversità dei sistemi valoriali, concentrandosi in particolare sul dualismo Nord-Sud italiano, che va oltre le diversità strutturali nei saggi di crescita della produttività in quanto ha origine, come precisato dalle ricerche della Banca d’Italia, nelle carenze di “capitale sociale”, dall’inefficienza della pubblica amministrazione alla carenza di infrastrutture economiche, all’eccesso di criminalità.

Il lavoro di Emanuele Schibotto è andato alla ricerca dei fondamenti del successo geopolitico economico tedesco.

Schibotto conclude con una proposta plausibile sul piano della strategia geopolitica: «è auspicabile – se non necessario – che l’Italia segua un sentiero costituito da riforme strutturali inserite in un piano strategico nazionale che porti anzitutto alla riduzione del divario economico Nord-Sud e alla massima resa delle specializzazioni produttive nazionali: turismo, settore agro-alimentare e comparto manifatturiero di media e alta tecnologia.

Ciò che emerge dalla ricerca condotta sono i riflessi dell’inadeguatezza dell’architettura istituzionale europea sulla quale la Banca Centrale Europea e il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo – ossia i due organi sovranazionali che hanno poteri di scelta relativamente autonomi – hanno agito apportando con difficoltà e nei tempi lunghi una qualche correzione, senza però pervenire alla soluzione prevista dai Padri fondatori: la nascita di uno Stato europeo propriamente definito.

Estratto della prefazione del libro Nummer Eins: la Germania spiegata agli italiani (GoWare, 2015)

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